giovedì 12 agosto 2010

Il caos genera la vita, ecco perchè siamo tutti destinati a morire

Mi chiedevano cosa fosse la poesia, come fosse possibile simulare a parole una sensazione, la morte, un sorriso di un bambino triste, le rughe, i paesaggi mai esplorati, la nostra irrisolta rabbia scagliata a ridosso di una curva mai percorsa.

Un inquitante desiderio di pestaggio sociale percorse le mie ossa, tremanti e bramanti: non più un essere umano su questo pianeta, solo un prato incolto, un sole trionfante, un mare avvolgente quanto il suo "rumore".

E la nostalgia, la malinconia, il rimorso di uno sterminio talmente violento da dimenticare che almeno tu, su questo pianeta, avresti potuto continuare a sollecitare le mie inquietudini.

Un brivido disarmante avvolse il mio petto di fronte all'impossibilità di una spiegazione: e questa non è poesia.


di ILENIA VOLPE

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