Mi chiedevano cosa fosse la poesia, come fosse possibile simulare a parole una sensazione, la morte, un sorriso di un bambino triste, le rughe, i paesaggi mai esplorati, la nostra irrisolta rabbia scagliata a ridosso di una curva mai percorsa.
Un inquitante desiderio di pestaggio sociale percorse le mie ossa, tremanti e bramanti: non più un essere umano su questo pianeta, solo un prato incolto, un sole trionfante, un mare avvolgente quanto il suo "rumore".
E la nostalgia, la malinconia, il rimorso di uno sterminio talmente violento da dimenticare che almeno tu, su questo pianeta, avresti potuto continuare a sollecitare le mie inquietudini.
Un brivido disarmante avvolse il mio petto di fronte all'impossibilità di una spiegazione: e questa non è poesia.
di ILENIA VOLPE
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